giovedì 15 dicembre 2022

Giovedì della III settimana di Avvento

Lc 7,24-30

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
"Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via".
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro».


Dalla Costituzione dogmatica «Dei Verbum» del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla divina Rivelazione
 
   Dio, creando e conservando per mezzo del suo Verbo tutte le cose, offre agli uomini nella creazione una perenne testimonianza di sé, e inoltre, volendo aprire la via della salvezza soprannaturale, fin dal principio manifestò se stesso ai progenitori.
   Dopo la loro caduta, con la promessa della redenzione li risollevò alla speranza della salvezza, ed ebbe assidua cura del genere umano per dare la vita eterna a tutti coloro che, con la perseveranza delle buone opere, cercano la salvezza.
   A suo tempo chiamò Abramo, per fare di lui un grande popolo, al quale, dopo i patriarchi, insegnò per mezzo di Mosè e dei profeti a riconoscere lui come il solo Dio vivo e vero, Padre provvido e giusto Giudice, e ad attendere il promesso Salvatore, preparando così attraverso i secoli la via al vangelo. Ma Dio, dopo aver parlato «molte volte e in diversi modi per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1-2). Mandò infatti il Figlio suo, ossia il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, perché abitasse fra gli uomini e ad essi rivelasse i segreti di Dio.
   Gesù Cristo dunque, il Verbo fatto carne, mandato come uomo agli uomini, «proferisce le parole di Dio» (Gv 3, 34) e compie l’opera della salvezza che il Padre gli ha affidato. Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre, con tutta la sua presenza e con la manifestazione di sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, ma specialmente con la sua morte e la gloriosa risurrezione dai morti, infine con l’invio dello Spirito Santo, porta a compimento la rivelazione e la conferma con la divina testimonianza, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci alla vita eterna.
   L’economia cristiana, dunque, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai più, e non è da attendersi alcun’altra pubblica rivelazione prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo.