Apparizioni della Madonna di Zaro - cenacoli di preghiera delle famiglie e dei giovani
sabato 31 dicembre 2022
31 Dicembre – Settimo giorno fra l'ottava di Natale
venerdì 30 dicembre 2022
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – ANNO A – Festa
giovedì 29 dicembre 2022
Messaggio del 26.12.2022 da Angela
29 Dicembre – Quinto giorno fra l'Ottava di Natale
mercoledì 28 dicembre 2022
Messaggio del 26.12.2022 da Simona
Ho visto Mamma, era tutta vestita di bianco, sul capo un sottile velo trapuntato di puntini d’oro e la corona di dodici stelle; un ampio manto bianco le copriva le spalle e le arrivava fin giù ai piedi che scalzi poggiavano sul mondo. Sotto il manto ben avvolto, Mamma aveva Gesù bambino in fasce che dormiva beato.
Sia lodato Gesù Cristo
Ecco figli, giungo per mostrarvi la strada, la strada che conduce al Signore, unica vera via, figli miei in silenzio adoriamo la Luce del mondo. Figli miei, insegnate ai bambini a pregare, insegnategli il vero valore del Natale, insegnategli la venuta del Signore, il suo immenso amore. Figli miei, pregate e fate pregare, abbassate il vostro io e innalzate Dio. Quando pregate figli non perdetevi dietro mille parole vuote, pregate con il cuore, pregate con amore. Figli miei, imparate a sostare d’innanzi al Santissimo Sacramento dell’Altare, figli miei lì mio Figlio vivo e vero vi attende. Vi amo figli e vi chiedo ancora preghiera, pregate figli pregate.
Adesso vi do la mia santa benedizione.
Grazie per essere accorsi a me.
Messaggio di Natale 2022 da Simona
Ho visto Mamma, era tutta vestita di bianco, sul capo la corona di dodici stelle e un manto bianco che le copriva anche le spalle e le arrivava fin giù ai piedi, ai quali portava un paio di semplici sandali. Tra le braccia, ben avvolto nel manto, Mamma aveva Gesù Bambino.
Sia lodato Gesù Cristo
Ecco la Luce del mondo, la Luce brilla nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta, giunge la luce del mondo per illuminare il cammino per donare gioia, pace, amore.
Figli baciatelo, amatelo, custoditelo, cullatelo, fasciatelo con il vostro amore, custoditelo nell’umiltà del vostro cuore, lasciatelo nascere in voi, Egli il re del cielo e della terra si è fatto piccolo tra i piccoli, umile tra gli umili, per voi per potervi donare tutto, tutto se stesso.
Figlia in silenzio adoriamo.
Ho adorato in silenzio Gesù tra le braccia di Mamma, poi Mamma ha ripreso.
Figli miei, vi amo e vi chiedo: lasciatevi amare, siate portatori di pace, portatori d’amore. Lasciate nascere il mio amato Gesù nei vostri cuori, lasciate che Egli guidi i vostri passi, camminate alla sua luce. Figli miei, solo seguendo Gesù potete trovare la vera pace. Vi amo figli, vi amo.
Adesso vi do la mia santa benedizione.
Grazie per essere accorsi a me.
SANTI INNOCENTI, martiri – Festa
martedì 27 dicembre 2022
SAN GIOVANNI, apostolo ed evangelista – Festa
Gv 20,2-8
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi e ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita (cfr. 1 Gv 1, 1). Chi è che tocca con le mani il Verbo, se non perché il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi? (cfr. Gv 1, 14).
Il Verbo che si è fatto carne, per poter essere toccato con mano, cominciò ad essere carne dalla Vergine Maria; ma non cominciò allora ad essere Verbo, perché è detto: «Ciò che era fin da principio». Vedete se la lettera di Giovanni non conferma il suo vangelo, dove ora avete udito: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio» (Gv 1, 1).
Forse qualcuno prende l’espressione «Verbo della vita» come se fosse riferita a Cristo, ma non al corpo di Cristo toccato con mano. Ma fate attenzione a quel che si aggiunge: «La vita si è fatta visibile» (1 Gv 1, 2). È Cristo dunque il Verbo della vita.
E come si è fatta visibile? Esisteva fin dal principio, ma non si era ancora manifestata agli uomini; si era manifestata agli angeli ed era come loro cibo. Ma cosa dice la Scrittura? «L’uomo mangiò il pane degli angeli» (Sal 77, 25).
Dunque la vita stessa si è resa visibile nella carne; si è manifestata perché la cosa che può essere visibile solo al cuore diventasse visibile anche agli occhi e risanasse i cuori. Solo con il cuore infatti può essere visto il Verbo, la carne invece anche con gli occhi del corpo. Si verificava dunque anche la condizione per vedere il Verbo: il Verbo si è fatto carne, perché la potessimo vedere e fosse risanato in noi ciò che ci rende possibile vedere il Verbo.
Disse: «Noi rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile» (1 Gv 1, 2), ossia, si è resa visibile fra di noi; o meglio, si è manifestata a noi.
«Quello dunque che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi» (1 Gv 1, 3). Comprenda bene il vostro amore: «Quello che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi». Essi videro il Signore stesso presente nella carne e ascoltarono le parole dalla bocca del Signore e lo annunziarono a noi. Anche noi perciò abbiamo udito, ma non abbiamo visto.
Siamo dunque meno fortunati di coloro che hanno visto e udito? E come mai allora aggiunge: «Perché anche voi siate in comunione con noi»? (1 Gv 1, 3). Essi hanno visto, noi no, eppure siamo in comunione, perché abbiamo una fede comune.
La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia perfetta (cfr. 1 Gv. 1, 3-4). Afferma la pienezza della gioia nella stessa comunione, nello stesso amore, nella stessa unità.
lunedì 26 dicembre 2022
Messaggio di Natale 2022 da Angela
SANTO STEFANO, primo martire – Festa
Mt 10,17-22
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
Ieri infatti il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo; oggi il soldato, uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo.
Il nostro Re, l’Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li ha rinvigoriti perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio.
Quel che ha portato, lo ha distribuito, senza subire menomazioni; arricchì invece mirabilmente la miseria dei suoi fedeli, ed egli rimase pieno di tesori inesauribili.
La carità, dunque, che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità, che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato.
Stefano quindi, per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano. Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti.
Sostenuto dalla forza della carità, vinse Saulo che infieriva crudelmente e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore. La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole.
Ed ecco che ora Paolo è felice con Stefano, con Stefano gode della gloria di Cristo, con Stefano esulta, con Stefano regna. Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano.
Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt’e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei Giudei, la carità di Paolo ha coperto la moltitudine dei peccati, per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il regno dei cieli.
La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine.
Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità, per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.
domenica 25 dicembre 2022
NATALE DEL SIGNORE (MESSA DELL'AURORA) – SOLENNITÀ
Lc 2,15-20
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Deponiamo dunque «l’uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.
sabato 24 dicembre 2022
Liturgia del 24 Dicembre
venerdì 23 dicembre 2022
Liturgia del 23 Dicembre
giovedì 22 dicembre 2022
Liturgia del 22 Dicembre
mercoledì 21 dicembre 2022
Liturgia del 21 Dicembre
martedì 20 dicembre 2022
Liturgia del 20 Dicembre
lunedì 19 dicembre 2022
Liturgia del 19 Dicembre
sabato 17 dicembre 2022
liturgia del 17 dicembre
Alleluia.
Mt 1,1-17
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
https://www.vaticannews.va/it/vangelo-del-giorno-e-parola-del-giorno.html
venerdì 16 dicembre 2022
Venerdì della III settimana di Avvento
giovedì 15 dicembre 2022
Giovedì della III settimana di Avvento
mercoledì 14 dicembre 2022
SAN GIOVANNI DELLA CROCE, presbitero e dottore della Chiesa – memoria
martedì 13 dicembre 2022
SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE - MEMORIA
lunedì 12 dicembre 2022
Messaggio del 08.12.2022 da Simona
Ho visto Mamma, era vestita di bianco, sul capo la corona di dodici stelle e un manto blu che le copriva anche le spalle e le arrivava giù ai piedi, ai quali portava dei semplici sandali. Nella mano destra Mamma aveva un bastone con la punta ricurva e nella sinistra una lunga corona del santo rosario fatta di luce. Alla sinistra di Mamma c’era San Michele Arcangelo con l’armatura e la lancia tra le mani, come un grande guerriero, e al suo fianco San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo; alla destra di Mamma c’erano tanti santi e dietro e intorno una miriade di angeli che cantava.
Sia lodato Gesù Cristo
Ecco figli, vengo a radunare il mio esercito, un esercito per combattere contro il male. Figli amati, dite forte il vostro sì, ditelo con amore e determinazione senza guardarvi indietro, senza se o ma, ditelo con il cuore ricolmo d’amore. Figli miei, lasciatevi inondare dallo Spirito Santo, lasciatevi plasmare in nuove creature. Figli miei, questi sono tempi duri, tempi di silenzio e preghiera. Figli, vi sono accanto, ascolto i vostri sospiri e asciugo le vostre lacrime, nei momenti di dolore, di prova, di pianto stringete con maggior forza la corona del santo rosario e pregate. Figli, nei momenti di dolore correte in chiesa, lì mio Figlio vivo e vero vi attende e vi donerà la forza. Figli miei vi amo, pregate figli, pregate.
Adesso vi do la mia santa benedizione.
Grazie per essere accorsi a me.