sabato 30 aprile 2022

Sabato della IIª settimana di Pasqua

Gv 6,16-21

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.


I discepoli fanno fatica ad attraversare il mare, mentre il Signore avanza addirittura al di sopra di esso e la barca tocca la riva solo dopo che Egli vi sale sopra.
Tutto questo episodio dovrebbe parlarci di come procede la nostra vita, con sforzi inutili, se il Signore non è con noi. Non si può giungere alla meta senza di Lui!
Possiamo illuderci di farcela e magari diciamo a noi stessi che non è vero che abbiamo escluso Cristo, ma che siamo persone di fede. Eppure mettiamo Gesù fuori dai nostri percorsi ogni volta che crediamo di essere forti, quando ci vantiamo delle imprese compiute, quando c’è lavoro senza preghiera, quando facciamo a meno dell’Eucarestia per preferire ad essa momenti ed attività che riteniamo importanti…
Se Lui è con noi, non solo ci risparmiamo tanta fatica, ma Lo ringraziamo costantemente perché ci rendiamo conto che ogni cosa è opera Sua e dono del Suo amore.

venerdì 29 aprile 2022

Messaggio del 26.04.2022 da Simona

Ho visto Mamma, aveva un sottile velo bianco sul capo e la corona di dodici stelle, sulle spalle un ampio manto azzurro, un vestito bianco e in vita una fascia azzurra. I piedi di Mamma erano scalzi e poggiavano sul mondo, le braccia di Mamma erano aperte in segno di accoglienza e nella mano destra una lunga corona del santo rosario fatta come di gocce di ghiaccio.

                                                                              Sia lodato Gesù Cristo

 

Cari figli miei, vi amo e vi ringrazio che siete accorsi a questa mia chiamata. Figli miei tanto amati restatemi accanto, non vi allontanate dal mio cuore Immacolato, il male ormai vaga nel mondo, lo sovrasta, restate saldi nella fede, pregate figli, pregate, inginocchiatevi d’innanzi al Santissimo Sacramento dell’Altare, lì mio Figlio è vivo e vero, lì vi attende. 

Figlia prega con me, il mondo ha bisogno di molte preghiere.


Ho pregato molto con Mamma, per il mondo, per le sue sorti, per la pace, per la chiesa e per il Santo Padre, poi ho affidato a Lei tutti coloro che mi avevano chiesto preghiera. Poi Mamma ha ripreso.


Figli miei tanto amati, non allontanatevi dal Signore, apritegli la porta del vostro cuore e lasciatelo dimorare in voi. Figli miei, ancora una volta vi chiedo preghiera, pregate con costanza e forza, pregate, fate fioretti e sacrifici, il vostro cuore sia ricolmo d’amore per il Signore: Egli vi ama di un amore immenso, non c’è al mondo un amore come il Suo, se solo capiste quanto è immenso il suo amore per ciascuno di voi, se solo lo amaste. . . 

Figli miei non indurite i vostri cuori, lasciate che il Signore li plasmi a sua immagine, lasciatevi guidare, lasciatevi amare.

Adesso vi do la mia santa benedizione.

Grazie per essere accorsi a me.

Messaggio del 26.04.2022 da Angela

Questo pomeriggio la Mamma si è presentata tutta vestita di bianco. Anche il manto che la avvolgeva era bianco, come tempestato di luccichii. Lo stesso manto le copriva anche il capo. Il  manto era molto ampio e i lembi erano mantenuti da due angeli che stavano in ginocchio uno alla sua destra, l'altro alla sua sinistra.
Mamma poggiava i piedi sul mondo. Sul petto la Vergine Maria aveva un cuore di carne coronato di spine. Aveva le mani giunte in preghiera e tra le mani una lunga corona del santo rosario bianca come di luce. 

Sia lodato Gesù Cristo

Cari figli, grazie per essere qui nel mio bosco benedetto, per accogliermi e per rispondere a questa mia chiamata.
Figli miei, sono qui perchè vi amo, sono qui perchè il mio desiderio più grande è quello di salvarvi tutti. 

Mentre mamma mi parlava, vedevo che lei tendeva le sue mani verso tanti suoi figli e gli indicava suo figlio Gesù.

Figli amatissimi, oggi prego con voi e per voi. Prego affinchè ognuno di voi possa finalmente decidersi per Dio. Vi prego figli convertitevi, convertitevi prima che sia troppo tardi.
Figli miei, tempi duri vi attendono e se voi non sarete pronti, come farò a salvarvi... Vi prego figli, ascoltatemi!
Figli amatissimi, non fatevi ottenebrare da coloro che vi mostrano le false bellezze di questo mondo.
Figli, vi prego di non essere ipocriti. Molti di voi si credono operatori di pace, ma non lo sono. Molti parlano con le parole del Vangelo, ma non vivono il Vangelo.
Figli miei, non tutti quelli che diranno: "Signore, Signore, entreranno nel regno di Dio".
Figli, guardate Gesù, diventate imitatori di Cristo, unico e vero Salvatore, unico e vero giudice.
Pregate figli, piegate le vostre ginocchia e pregate. Mio figlio Gesù ha dato la sua vita per ciascuno di voi e ancora soffre per i vostri peccati.
Figli miei, anche quest'oggi, vi chiedo preghiera per la mia amata Chiesa. Pregate molto per il Vicario di Cristo e per tutti i miei figli prescelti e prediletti.
Pregate, pregate, pregate. La vostra vita sia preghiera. Testimoniate la mia presenza in voi, con la vostra vita.

Poi ho pregato con la mamma, e infine ha benedetto tutti allargando le sue braccia.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

SANTA CATERINA DA SIENA

SANTA CATERINA DA SIENA, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia e d'Europa – Festa

Mt 11,25-30
 
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena, vergine
     
   O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l’unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell’Unigenito Figlio! Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.
     Io ho gustato e veduto con la luce dell’intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.
     Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.
     O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità.
     Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d’amore ti sei dato agli uomini.
     Tu vestimento che ricopre ogni mia nudità. Tu cibo che pasci gli affamati con la tua dolcezza. Tu sei dolce senza alcuna amarezza. O Trinità eterna!

giovedì 28 aprile 2022

Giovedì della IIª settimana di Pasqua

Gv 3,31-36

Chi viene dall'alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.

Dai «Trattati» di san Gaudenzio da Brescia, vescovo
 
     ​Il sacrificio celeste istituito da Cristo è veramente il dono ereditario del suo Nuovo Testamento: è il dono che ci ha lasciato come pegno della sua presenza quella notte, quando veniva consegnato per essere crocifisso.
     È il viatico del nostro cammino. È un alimento e sostegno indispensabile per poter percorrere la via della vita, finché non giungiamo, dopo aver lasciato questo mondo, alla nostra vera meta, che è il Signore. Perciò egli disse: Se non mangerete la mia carne e non berrete il mio sangue, non avrete la vita in voi (cfr. Gv 6, 53). E proprio al fine di non lasciarci privi di questa necessaria risorsa, comandò agli apostoli, cioè ai primi sacerdoti della Chiesa, di celebrare sempre i misteri della vita eterna. Così le anime, redente dal suo sangue prezioso, sarebbero state arricchite dei suoi doni e santificate dal memoriale della sua passione.
     È dunque necessario che i sacramenti siano celebrati dai sacerdoti nelle singole chiese del mondo sino al ritorno di Cristo dal cielo, perché tutti, sacerdoti e laici, abbiano ogni giorno davanti agli occhi la viva rappresentazione della passione del Signore, la tocchino con mano, la ricevano con la bocca e con il cuore e conservino indelebile memoria della nostra redenzione.
     Il pane è considerato con ragione immagine del corpo di Cristo. Il pane, infatti, risulta di molti grani di frumento. Essi sono ridotti in farina e la farina poi viene impastata con l’acqua e cotta col fuoco. Così anche il corpo mistico di Cristo è unico, ma è formato da tutta la moltitudine del genere umano, portata alla sua condizione perfetta mediante il fuoco dello Spirito Santo. Il Paràclito esercita sul corpo mistico la stessa azione che esercitò sul corpo fisico di Cristo. Il Redentore, infatti, nacque per opera dello Spirito Santo e, poiché era conveniente che in lui si compisse ogni giustizia, entrato nelle acque del battesimo per consacrarle, fu pieno di Spirito Santo, disceso su di lui, in forma di colomba. Lo dichiara espressamente l’Evangelista: «Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano» (Lc 4, 1).
     Per il sangue di Cristo vale, in un certo senso, l’analogia del vino, simile a quella del pane. Dapprima c’è la raccolta di molti acini o grappoli nella vigna da lui stesso piantata. Segue la pigiatura sul torchio della croce. C’è quindi la fermentazione, che avviene, per virtù propria, negli ampi spazi del cuore, pieno di fede, di coloro che lo assumono.
     Liberandovi pertanto dal potere dell’Egitto e del faraone, cioè dal diavolo, cercate di ricevere il sacrificio pasquale di salvezza, cioè il corpo e il sangue di Cristo, con tutto l’ardente desiderio del vostro cuore, perché il nostro uomo interiore sia santificato dallo stesso Signore nostro Gesù Cristo, che crediamo presente nei santi sacramenti e la cui virtù dura nel suo inestimabile valore per tutti i secoli.

mercoledì 27 aprile 2022

Mercoledì della IIª settimana di Pasqua

Gv 3,16-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

L’amore del Padre è per la nostra salvezza e non per la nostra condanna. Il Signore non ci accusa, ma ci mette in guardia rispetto al compiere il male. 
Per comprendere bene quali siano le opere delle tenebre e quali quelle della luce, si può fare riferimento all’elenco che fa San Paolo nella Lettera ai Galati (Gal 5,13 ss.). Le prime sono quelle di chi porta divisione e discordia, di chi non crea armonia nella propria comunità, mentre le seconde conducono alla verità stessa di Dio, creando una comunione che rispecchia l’amore tra il Padre e il Figlio. 
Se il nostro agire è immagine dell’agire del Figlio, allora è orientato a salvare ognuno. Esercitiamoci nelle opere della luce, frutto della fede.

martedì 26 aprile 2022

Martedì della IIª settimana di Pasqua

Gv 3,7-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

È difficile immergersi nelle realtà spirituali, quando si è abituati a quelle terrene e a non lasciarsi guidare dal Signore.
È solo Lui che può presentarci il Padre e, con il Padre, donarci lo Spirito Santo e già ha fatto tutto questo con il dono del battesimo.
Oltre ad attingere ai sacramenti per avere la grazia di Dio, c’è bisogno di un padre spirituale, a garanzia che ciò che facciamo segua veramente il cammino tracciato da Cristo per una vita spirituale, anziché perdersi nei mille ragionamenti di questo mondo. La disponibilità a lasciarsi guidare, è segno dell’accoglienza dello Spirito. Viceversa, se qualcuno volesse improvvisarsi guida per altri e dare consigli senza che sia il primo a lasciarsi guidare, sicuramente non condurrà a Dio né alla vita dello Spirito, ma fuori strada. Bisogna conservarsi nell’umiltà ed apprendere  lezioni quotidiane di conversione, per poter trasmettere quanto ricevuto e non divenire un ostacolo nel cammino degli altri.

lunedì 25 aprile 2022

SAN MARCO, Evangelista – Festa

Mc 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.


Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo
   
   La Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra, ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell’unico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo, la terra e il mare e tutto ciò che in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell’unico Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del Padre. Allora verrà per «ricapitolare tutte le cose» (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile, «ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua lo proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tutti il suo giudizio insindacabile.
    Avendo ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un’unica casa, benché ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all’unisono, come possedesse un’unica bocca.
    Benché infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l’universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa, perché nessuno è al di sopra del suo maestro.
    Si tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e identica è la fede. Perciò né il facondo può arricchirla, né il balbuziente impoverirla.

domenica 24 aprile 2022

IIª DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia – ANNO C

Gv 20,19-31
 
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo 

   Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
     Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
     In questo sta proprio la forza del sacramento. È infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
     Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riserbato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
     Oggi ricorre l’ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all’immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
     Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).

sabato 23 aprile 2022

Sabato fra l'ottava di Pasqua

Mc 16,9-15

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».


La narrazione del Vangelo di Marco sottolinea l’incredulità degli Undici e il rimprovero del Signore. Nonostante gli annunci arrivati da più parti, essi hanno una durezza di cuore. Eppure, dopo che Gesù li ha rimproverati, affida a loro l’annuncio del Vangelo.

Magari anche noi non siamo distanti da questa esperienza, soprattutto quando abbiamo a che fare con il dolore, con la sfiducia verso gli altri oppure con il nostro orgoglio. Chissà se gli Undici hanno pensato che Gesù doveva apparire prima a loro, che Lo avevano accompagnato per anni, anziché ad altri.

L’incredulità è segno di una mancanza di apertura a Cristo: ogni volta che ci chiudiamo in noi stessi e il Signore non è più il punto di riferimento della nostra vita, manchiamo di fede. Accogliamo allora quel salutare rimprovero che ci viene da Lui e impegniamoci nuovamente nella riscoperta e nell’annuncio della sua Parola.


venerdì 22 aprile 2022

Messaggio di Pasqua 2022 da Simona

Ho visto un’immensa luce e nella luce Gesù risorto, aveva una tunica bianca e i segni della passione sulle mani e sui piedi, Gesù aveva le braccia aperte, alla sua destra c’era una grande campana, intorno a lui una miriade di angeli che cantavano l’alleluia e un angelo faceva risuonare la campana con dei rintocchi in armonia con l’alleluia. 


Poi un angelo ha detto: “Sia lode al Padre al Figlio e allo Spirito Santo” e io ho risposto oggi e sempre. 

Poi Gesù ha detto:

Amici miei, oggi giorno di gaudio, giungo a voi e vi chiedo di essere saldi nella fede, fratelli siate pronti, il mondo è invaso dal male, fumo nero e denso ricopre la Santa Chiesa di Dio.

Amici vi amo e ho dato la vita per ciascuno di voi.  


Poi un angelo si è rivolto a me e ha detto: “in silenzio adoriamo il nostro Signore”, in ginocchio ai piedi di Gesù l’ho adorato, poi gli ho affidato tutti coloro che si erano affidati alle mie preghiere, poi Gesù ha ripreso.


Amici miei, figli, fratelli miei ogni mia parola discende come rugiada sulla terra e non mi ritorna senza aver compiuto ciò per cui lavevo mandata, ma voi siete una generazione dal cuore duro, pronti a lamentarvi e a condannarvi l’un l’altro ed Io sono morto in croce per voi e ancora soffro per voi, continuate a trafiggermi con i vostri peccati. Ritornate a me, vi attendo, tutti voi che siete affaticati e oppressi venite a me ed Io vi darò ristoro. Figli miei non indulgiate oltre, tempi oscuri vi attendono, riconciliatevi con il Padre. Voi siete per me fratelli, amici e figli.

Ecco vi dono la mia benedizione. Nel Nome di Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

Messaggio di Pasqua 2022 da Angela

Questo pomeriggio ho visto Gesù.
Era tutto vestito di bianco, aveva le braccia aperte in segno di accoglienza. Era avvolto in una grande luce bianca. Aveva sulle mani e sui piedi i segni della passione. Dietro di Lui, sulla destra c'era la croce, ma era di luce.
I suoi piedi erano scalzi e poggiavano sul mondo.

Sia lodato Gesù Cristo 

Pace figli, pace a voi.
Figli miei, fratelli miei, amici miei, pace a voi e al mondo intero.
Figli miei, sono qui per donarvi la pace. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Figli, Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine, Io sono la vera vita.
Figli miei, vi chiedo di essere testimoni della Verità, non siate ipocriti, testimoniate senza temere e senza paura. Io sono sempre con voi.
Figli, mando tra voi mia madre perchè il mio desiderio e il desiderio di mia madre è quello che possiate salvarvi tutti.
Io ho dato la mia vita per ciascuno di voi, ho dato ogni goccia del mio sangue, per salvarvi e voi ancora mi tradite. Vi  prego di non far piangere più mia madre, apritegli i vostri cuori e tendetegli le vostre mani, Lei è pronta ad accogliervi tutti e ad immergervi nel mio cuore. Non fatela più soffrire, ascoltatela.
Lei è qui per aiutarvi, è qui per il mio amore. Io sono l'amore, io sono la vera pace.

Poi Gesù ha disteso le sue braccia, ha pregato sui presenti e ha benedetto tutti.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Venerdì fra l'ottava di Pasqua

Gv 21,1-14

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

L’esperienza del fallimento, di una pesca infruttuosa, con la stanchezza di chi ha lavorato una notte intera, dovrebbero scoraggiare dal compiere altri tentativi. Invece, grazie al fatto che si fidano di uno sconosciuto, i discepoli riescono nel loro intento. Solo dopo riconoscono il Signore.
È l’esperienza del Risorto, che non annuncia se stesso in modo diretto, ma fa in modo da condurci pian piano a riconoscerlo. Egli rispetta i tempi dell’uomo e ci dona la possibilità di ricominciare, a partire proprio dai nostri fallimenti.
Gesù non perde la fiducia in noi e spinge noi a fidarci di Lui. Si mostra così come Colui che incarna la provvidenza del Padre, offrendo un cibo pronto a chi si è dato da fare, creando stupore nel cuore dell’uomo. In queste occasioni, quando avvertiamo la presenza del Signore, la nostra reazione è immediata come quella del discepolo e di Pietro oppure attendiamo che siano altri a fare il primo passo? Ci fidiamo davvero di Lui?

giovedì 21 aprile 2022

Giovedì fra l'ottava di Pasqua

Lc 24,35-48

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Gesù appare ai discepoli perché divengano testimoni della sua morte e risurrezione e perché possano annunciare la conversione e il perdono dei peccati. 
L’incontro con il Risorto è alla base della fede cristiana. Chi non crede in Lui, come potrà annunciarlo? Chi non Gli permette di entrare nella propria vita, avviando un processo di conversione costante, come potrà dire ad altri che esiste la misericordia di Dio e che è un’esperienza concreta e possibile?
Impegniamoci in un annuncio frutto di esperienza, non un insieme di frasi fatte, ma testimonianza frutto della vita in compagnia del Signore.

mercoledì 20 aprile 2022

Mercoledì fra l'ottava di Pasqua

Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

I due discepoli hanno le loro certezze, in cui ha prevalso lo scoraggiamento e la Parola di Dio è stata dimenticata. Sono “stolti e lenti di cuore”. Questa parola detta da Gesù, deve svegliare ognuno di noi, quando lasciamo che prevalgano in noi gli stessi sentimenti di questi discepoli. Essi si allontanano dalla Chiesa nascente e vanno via in solitudine. Ci vorrà la guida di Gesù, con la spiegazione delle Scritture e l’Eucarestia, perché possano conoscerlo ed essere illuminati ed infine tornare indietro e fare l’esperienza dell’essere Chiesa, comunità di fratelli.
Senza questa comunità, quando c’è una chiusura in se stessi, si smarrisce anche la presenza di Cristo, perché non c’è più la disponibilità di cuore a riconoscerlo. 
Un cristiano può vivere senza la Parola e l’Eucarestia? Il Signore ci liberi da ogni durezza di cuore, per tornare a Lui ed annunciarlo ai fratelli.

martedì 19 aprile 2022

Martedì fra l'ottava di Pasqua

Gv 20,11-18

In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"».
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


Maria piange, non può sopportare che dopo la Passione ci sia anche il trafugamento del corpo del Signore. Ma ecco che la forza della risurrezione la raggiunge, per passare dal pianto alla gioia, dal suo essere ferma su un piano terreno ad aprirsi all’annuncio e a muoversi per annunciare il Risorto.

La domanda fondamentale, fatta dagli angeli e  da Gesù è: “Donna, perché piangi?”.

Quali sono i motivi delle nostre tristezze? Cosa ci impedisce di passare da morte a vita? Riconosciamo i nostri limiti umani e tutto ciò che ci imprigiona. Non cerchiamo l’uomo morto, ma Colui che è vivo e può liberarci da ogni morte. Il Signore non ci vuole nel pianto, ma pronti ad annunciarlo con gioia.

domenica 17 aprile 2022

Domenica di Pasqua Risurrezione del Signore

Gv 20,1-9


Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Maria Maddalena, Pietro e l’altro discepolo, hanno reazioni diverse davanti allo stesso accaduto. Essi osservano, contemplano, riflettono, ma solo di uno si dice che “vide e credette”. 
Possiamo anche camminare tutti assieme e giungere alla stessa meta, ma l’esperienza interiore di una persona è diversa da quella di un’altra, per maturità e tempi, disponibilità di cuore e fede. Il discepolo che si ferma e attende, pur essendo arrivato per primo, ci dice non solo il rispetto verso Pietro, ma anche la capacità di saper attendere chi cammina in modo più lento senza forzarlo a fare dei passi, indicando semplicemente la via e condividendo la propria esperienza.
Incontra il Risorto chi cammina assieme, come Chiesa, senza vantarsi di una sapienza acquisita, perché ogni illuminazione e intuizione dello spirito, vengono da Dio.
Sforziamoci di camminare così, perché il Risorto venga a rimuovere ogni macigno di morte e a far entrare la Sua Vita nuova.

sabato 16 aprile 2022

SABATO SANTO - liturgia

Il Sabato Santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e la sua morte, nonché la discesa agli inferi, e aspettando la sua risurrezione, nella preghiera e nel digiuno.

Spogliata la sacra mensa, la Chiesa si astiene dal sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni.


Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»

     Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
     ​Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
     ​Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
     ​Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
    Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. 
   Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
     Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
     Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

venerdì 15 aprile 2022

VENERDÌ SANTO – «PASSIONE DEL SIGNORE»

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
Gv 18,1–19,42

E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Dalle «Catechesi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
   Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell’Antico Testamento.
   Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte (cfr. Es 12, 1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell’antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo.
   Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. L’una simbolo del Battesimo, l’altro dell’Eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accadde per l’Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima e io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio.
   E uscì dal fianco sangue ed acqua (cfr. Gv 19, 34). Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell’acqua e quel sangue sono simbolo del Battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo per mezzo del Battesimo e dell’Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva.
   Per questo Paolo, parlando del primo uomo, usa l’espressione: «Osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (Gn 2, 23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l’acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l’acqua durante il sonno della sua morte.
   Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.

giovedì 14 aprile 2022

GIOVEDÌ SANTO – «CENA DEL SIGNORE»

Gv 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».


Dall’«Omelia sulla Pasqua» di Melitone di Sardi, vescovo
   Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida.
   Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue.
   Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l’iniquità e l’ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l’Egitto.
   Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza.
   Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato.
   Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato.
   Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione.
   Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.

mercoledì 13 aprile 2022

Mercoledì della Settimana Santa - commento al Vangelo

Mt 26,14-25

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».


Il tradimento viene pianificato, avviene nel momento opportuno, è ciò che si oppone all’amicizia e al dono di Sé che Gesù fa verso i discepoli. Nell’ultima cena si incontrano l’amore più grande ed il suo opposto. 
Se il Signore ha vissuto questo, non dobbiamo stupirci quando, agendo per il bene degli altri, anche noi veniamo traditi, ingiuriati, perseguitati, incompresi… Ciò che è accaduto al Maestro accade anche ai veri discepoli e l’esempio più grande di tutto ciò ci viene offerto dai martiri.
Come viviamo momenti del genere? Imitiamo l’Agnello condotto al macello o cerchiamo vendetta e rivalsa? 

martedì 12 aprile 2022

Messaggio del 08.04.2022 da Simona

Ho visto Mamma, aveva un vestito grigio tenue, sul capo la corona di dodici stelle e un velo bianco che le copriva anche le spalle e le arrivava fin giù ai piedi che scalzi poggiavano sul mondo. Le mani di Mamma erano giunte in preghiera e tra di esse una lunga corona del santo rosario di luce.

                                                                   Sia lodato Gesù Cristo

 

Cari figli miei, vi ringrazio che siete accorsi a questa mia chiamata, vi amo figli. Figli miei vi chiedo preghiera, tanta preghiera forte e costante per le sorti di questo mondo sempre più preso dal male, sempre più lontano da Dio. Figli pregate, figlia prega con me.


Ho pregato con Mamma e mentre pregavamo ho avuto una visione, poi la visione è finita e ho continuato a pregare con Mamma. Poi Mamma ha ripreso il messaggio.


Figli miei siate luce, pregate, siate forti nelle fede. Figli miei tanto amati, tempi duri vi attendono, non allontanatevi dal mio cuore Immacolato, ritornate al Padre, Egli è pronto a sostenervi in ogni vostro passo, pronto a rialzarvi da ogni vostra caduta, figli non è mai tardi per tornare al Padre, affidatevi a Lui, in questo tempo di quaresima, tempo forte ritornate al Padre, inginocchiatevi dinnanzi al Santissimo Sacramento dell’Altare, lì mio Figlio vivo e vero vi aspetta a braccia aperte. Vi amo figli, vi amo.

Adesso vi do la mia santa benedizione.

Grazie per essere accorsi a me.

Messaggio del 08.04.2022 da Angela

Questa sera la mamma si è presentata tutta vestita di bianco, anche il manto che la avvolgeva era bianco, ampio e lo stesso manto le copriva anche il capo. Sul capo una corona di dodici stelle.
Aveva le mani giunte in preghiera, tra le mani una lunga corona del santo rosario bianca come di luce che le arrivava quasi fin giù ai piedi.
Sul petto, Mamma aveva un cuore di carne coronato di spine.
I piedi scalzi che poggiavano sul mondo. Il mondo era avvolto in una grande nube grigia.
Alla destra della Vergine Maria, c'era Gesù sulla croce, con i segni della passione.

SIA LODATO GESU' CRISTO

Cari figli, grazie per essere qui nel mio bosco benedetto. Vi amo figli, vi amo immensamente.
Figli miei, anche questa sera vi chiedo preghiera, la vostra vita sia preghiera.

A questo punto, la Mamma si è messa in ginocchio ai piedi della croce, e mi ha detto : "Figlia, preghiamo insieme, adoriamo in silenzio". Mamma guardava suo Figlio e il suo volto si rigava dalle lacrime, non parlava, i loro sguardi si incrociavano, era come se tra i due, tra Gesù e sua Madre, ci fosse un dialogo di sguardi.
Poi un lungo silenzio. Mamma dopo un poco ha ripreso a parlare, ma è stata tutto il tempo in ginocchio ai piedi della croce.

Figlia, per ogni piaga del suo corpo affida una tua intenzione, per ogni piaga e per ogni goccia di sangue. Preghiamo!
Mamma diceva: "Per la santa piaga della mano destra" E io rispondevo, Mamma affido le famiglie, in modo speciale quelle famiglie che vivono lontane da Dio.
Figlia per la santa piaga della mano sinistra, e io rispondevo, affido e prego per la conversione dei peccatori e per tutti quelli che ancora non hanno conosciuto l'amore di Dio.
Figlia, per la santa piaga del piede destro, io rispondevo, prego e affido i governanti di questa terra.
Figlia per la santa piaga del piede sinistro. E io rispondevo Affido e prego per la pace, la pace in tutto il mondo.
Per la santa piaga del santo costato, e io rispondevo. Affido e prego per la Chiesa intera, per il Santo Padre e per tutti i sacerdoti.
Poi la mamma ha ripreso.

Figli, vi prego siate uomini e donne del silenzio. 
Pregate, pregate, pregate.

Infine la mamma si è alzata, ha aperto le braccia e dalle sue mani sono usciti raggi di luce che hanno illuminato l'intero bosco. 
E infine ha benedetto tutti.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.