In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Apparizioni della Madonna di Zaro - cenacoli di preghiera delle famiglie e dei giovani
mercoledì 13 aprile 2022
Mercoledì della Settimana Santa - commento al Vangelo
Mt 26,14-25
Se il Signore ha vissuto questo, non dobbiamo stupirci quando, agendo per il bene degli altri, anche noi veniamo traditi, ingiuriati, perseguitati, incompresi… Ciò che è accaduto al Maestro accade anche ai veri discepoli e l’esempio più grande di tutto ciò ci viene offerto dai martiri.
Come viviamo momenti del genere? Imitiamo l’Agnello condotto al macello o cerchiamo vendetta e rivalsa?
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