Iniziamo oggi la Quaresima e mi sembra bello ricordare tutto il valore del digiuno. Tante volte la Madonna ci ha chiesto di offrire qualcosa per un bene più grande, magari unendo un gesto come il digiuno o una forma di privazione e penitenza alla preghiera per qualcuno.
Ma il bene che fa il digiuno non è tanto qualcosa a vantaggio di un altro: è innanzitutto un atto volontario di rinuncia che ci permette di non dipendere da ciò a cui rinunciamo.
Chi digiuna sperimenta magari il vuoto di stomaco, ma anche una libertà interiore che man mano si accresce, unita ad una sempre più profonda padronanza di sé. Il digiuno ci permette di mettere ordine nelle abitudini alimentari, ci permette ancora di vivere l'essenzialità senza il superfluo, di ammirare il poco senza desiderare il molto. Il digiuno ci ricorda che è necessario fare dei tagli per essere più uniti a Dio, quindi accompagna benissimo il processo sempre continuo di conversione di noi stessi.
Inoltre c'è l'aspetto della liberazione dal male: ricordiamo come Gesù viene tentato, ma supera la tentazione. Egli ci insegna che "non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Questo possiamo capirlo e viverlo meglio se passiamo per la privazione del cibo.
Sottolineo che questi sono i frutti del digiuno quando viene fatto bene e senza complessi, come invece potrebbe essere l'esasperazione del sentire fame (tipico di chi pensa di continuo al fatto che non ha mangiato o lo vive come un obbligo) o la scelta (in genere non manifesta) di sfruttarlo per una qualche forma di dieta.
Ma il bene che fa il digiuno non è tanto qualcosa a vantaggio di un altro: è innanzitutto un atto volontario di rinuncia che ci permette di non dipendere da ciò a cui rinunciamo.
Chi digiuna sperimenta magari il vuoto di stomaco, ma anche una libertà interiore che man mano si accresce, unita ad una sempre più profonda padronanza di sé. Il digiuno ci permette di mettere ordine nelle abitudini alimentari, ci permette ancora di vivere l'essenzialità senza il superfluo, di ammirare il poco senza desiderare il molto. Il digiuno ci ricorda che è necessario fare dei tagli per essere più uniti a Dio, quindi accompagna benissimo il processo sempre continuo di conversione di noi stessi.
Inoltre c'è l'aspetto della liberazione dal male: ricordiamo come Gesù viene tentato, ma supera la tentazione. Egli ci insegna che "non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Questo possiamo capirlo e viverlo meglio se passiamo per la privazione del cibo.
Sottolineo che questi sono i frutti del digiuno quando viene fatto bene e senza complessi, come invece potrebbe essere l'esasperazione del sentire fame (tipico di chi pensa di continuo al fatto che non ha mangiato o lo vive come un obbligo) o la scelta (in genere non manifesta) di sfruttarlo per una qualche forma di dieta.
E' un'esperienza a volte dura e faticosa, ma necessaria per comprendere meglio se stessi ed i poveri e per educarsi alla rinuncia. Nella vita spirituale non ci sono valori superati, come a volte qualcuno vuole far credere a se stesso ed agli altri, ma piuttosto esistono modi diversi per vivere gli stessi valori a seconda del tempo in cui viviamo. Ed il digiuno mi sembra essere un valido strumento di santificazione, altrimenti la Madonna non lo proporrebbe ancora oggi.
Ovviamente il vero digiuno è una realtà che si esprime anche con la mortificazione della lingua, del giudizio, col discernimento continuo tra bene e male e non si esprime negli eccessi (ad es. non mangiare carne per poi fare pranzi ricercati a base di pesce o anche privarsi del cibo per poi essere nervosi ed irritabili per tutto il giorno).
Ovviamente il vero digiuno è una realtà che si esprime anche con la mortificazione della lingua, del giudizio, col discernimento continuo tra bene e male e non si esprime negli eccessi (ad es. non mangiare carne per poi fare pranzi ricercati a base di pesce o anche privarsi del cibo per poi essere nervosi ed irritabili per tutto il giorno).
Chi può farlo approfitti allora di questo tempo di Grazia che ci è dato, così da dire sì ad una delle richieste della Madonna, ma anche da plasmare se stesso ed il mondo attraverso la rinuncia e la preghiera.