Lc 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Parole del Papa
Le parole del Signore non passano. Egli stabilisce una distinzione tra le cose penultime, che passano, e le cose ultime, che restano. È un messaggio per noi, per orientarci nelle nostre scelte importanti della vita, per orientarci su che cosa conviene investire la vita. Su ciò che è transitorio o sulle parole del Signore, che rimangono per sempre? Evidentemente su queste. Ma non è facile. Infatti, le cose che cadono sotto i nostri sensi e ci danno subito soddisfazione ci attirano, mentre le parole del Signore, pur belle, vanno oltre l’immediato e richiedono pazienza. Siamo tentati di aggrapparci a quello che vediamo e tocchiamo e ci sembra più sicuro. È umano, la tentazione è quella. Ma è un inganno, perché «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». (Angelus, 14 novembre 2021)