venerdì 3 gennaio 2025

3 GENNAIO


Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote

   Questo è quel santissimo Nome che fu tanto desiderato dagli antichi padri, atteso con così grande trepidazione, sospirato con così grandi gemiti, invocato con così tanti sospiri, richiesto con così abbondanti lacrime, ma che è stato donato misericordiosamente nel tempo della grazia. Nascondi, ti prego, il nome di potenza, non si senta il nome di vendetta, si trattenga il nome di giustizia. Dacci il nome di misericordia, risuoni nelle mie orecchie il nome di Gesù, perché allora veramente la tua voce è dolce e il tuo volto è leggiadro (cfr. Ct 2,14).
   Grande fondamento della fede è dunque il nome di Gesù, che forma i figli di Dio. Infatti la fede della religione cattolica consiste nella conoscenza radiosa di Gesù Cristo, che è luce dell’anima, porta della vita, fondamento della salvezza eterna. Chi non possiede o chi abbandona tale conoscenza, è come chi cammina senza luce nel buio della notte e va di corsa a occhi chiusi per sentieri pericolosi. Brilli pure per l’eminenza della ragione: ma finché segue il proprio intelletto nel comprendere i misteri celesti, seguirà una guida cieca, oppure sarà come chi vuole costruire una casa trascurando le fondamenta, o come chi vuole passare per il tetto ignorando la porta. Questo fondamento è dunque Gesù, luce e porta (cfr. Gv 8,12; 10,9). Lui si manifesta via (cfr. Gv 14,6) agli erranti; lui ha dato a tutti la luce della fede, per la quale chi non conosceva Dio ha potuto cercarlo, chi lo cercava ha potuto credere in lui, chi ha creduto ha potuto trovarlo. Questo fondamento sostiene la Chiesa, edificata nel nome di Gesù. Il nome di Gesù è lo splendore di chi annuncia il Vangelo, per il fatto che fa splendere luminosamente, fa annunciare e risuonare la sua parola. La luce della fede si è diffusa in tutto il mondo con un’ampiezza, una rapidità e un fervore straordinari: da dove credi che questo sia venuto se non dalla predicazione di Gesù? Dio non ci ha forse chiamati alla sua ammirabile luce (cfr. 1Pt 2,9) con la luminosità e la dolcezza di questo nome? Così illuminati e in questa luce vedendo la luce (cfr. Sal 35,9), giustamente l’Apostolo può dire: «Un tempo eravate tenebre, ora invece siete luce nel Signore: comportatevi come i figli della luce» (Ef 5,8).
   O nome glorioso, nome che dona grazia, nome che suscita amore e virtù! Grazie a te si abbandona la via del crimine, grazie a te si vincono i nemici, grazie a te gli infermi sono liberati, i tribolati riacquistano forza e serenità. Tu, onore dei credenti, maestro degli evangelizzatori, forza di chi fatica, sostegno di chi è in difficoltà. Al tuo fervore infuocato e ardente i desideri si riaccendono, le preghiere vengono esaudite, le anime contemplative si inebriano e per mezzo tuo sono glorificati tutti coloro che sono coronati nella gloria celeste. Concedi anche a noi, dolcissimo Gesù, per questo tuo santissimo nome, di regnare insieme con loro.