venerdì 4 marzo 2022

Sabato dopo le ceneri - breve commento al Vangelo

Lc 5,27-32
 
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.
I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Confrontandoci con questo brano del Vangelo, dovremmo interrogarci sulla nostra chiamata, non tanto quella specifica ma quella ad essere discepoli. Se vogliamo seguire il Signore come Levi, occorrono prontezza, capacità di mettersi in discussione, disponibilità a lasciarsi alle spalle sicurezze e paure. Questo è il cammino del discepolo!
Chi non si lascia coinvolgere in questo cammino, resta spettatore esterno che giudica ciò che vede perché si ritiene superiore agli altri, come i farisei.
Ma, dov’è lo scandalo: è che Gesù accolga i peccatori oppure che possiamo essere perdonati dai nostri peccati?
Ci fa più paura la possibilità di essere perdonati per ciò che riteniamo non perdonabile oppure che ci siano “peccatori” migliori di noi?