lunedì 15 maggio 2023

Lunedì della VI settimana di Pasqua


Gv 15,26-16,4a

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».


Dal trattato «Sulla Trinità» di Didimo di Alessandria

   Lo Spirito Santo, che è Dio insieme col Padre e col Figlio, ci rinnova nel battesimo, e dal nostro stato di imperfezione ci riporta alla primitiva bellezza e ci riempie della sua grazia, tanto che non possiamo più ammettere in noi nulla di indecoroso. Egli ci libera dal peccato e dalla morte, e da terreni che siamo, cioè fatti di polvere e terra, ci rende spirituali, ci permette di partecipare alla gloria divina, di essere figli ed eredi di Dio Padre, di renderci conformi all’immagine del Figlio suo, suoi fratelli e coeredi, destinati ad essere un giorno glorificati e regnare con lui. Invece della terra ci dà generosamente il cielo e il paradiso. Ci rende ormai più onorati degli angeli. Spegne la fiamma terribile e inestinguibile dell’inferno per mezzo delle divine acque del fonte battesimale.
   Gli uomini infatti vengono concepiti due volte, una volta corporalmente e una volta dallo Spirito divino. Di entrambi questi concepimenti scrissero molto bene i sacri autori. Citerò il loro nome e la loro dottrina.
   Giovanni dice: «A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volere di carne né da volere d’uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13). Quanti, dice, credettero in Cristo, hanno ricevuto il potere di diventare figli di Dio, cioè dello Spirito Santo, e di essere così partecipi della natura di Dio. Infatti per dimostrare che colui che genera è lo Spirito Santo Dio, soggiunge per bocca di Gesù: «In verità, in verità ti dico: se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3, 5).
   Il fonte battesimale, infatti, partorisce, cioè fa emergere visibilmente, il nostro corpo visibile per il ministero dei sacerdoti. Ma, sul piano spirituale, colui che battezza è lo Spirito Santo, del tutto invisibile. Egli battezza in se stesso e rigenera per il ministero degli angeli sia il corpo che l’anima.
   Anche il Battista, in un particolare momento della storia della salvezza e in un modo consono all’espressione «con acqua e in Spirito Santo», dice: «Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3, 11; Lc 3, 16).
   Come un vaso di argilla il corpo umano ha bisogno per prima cosa di venir purificato dall’acqua, quindi di essere reso saldo e perfetto per mezzo del fuoco spirituale, cioè di Dio che è fuoco divorante. Poi deve accogliere in sé lo Spirito Santo, dal quale riceve la sua perfezione e da cui viene rinnovato: infatti il fuoco spirituale è anche in grado di irrigare e l’acqua spirituale può anche far divampare.